Il Ma*Ga di Gallarate e la candidatura con Varese a Città Capitale dell’Arte Contemporanea 2027

Ieri pomeriggio, all’indomani della candidatura congiunta di Varese e Gallarate a Città Capitali dell’Arte Contemporanea, sono stata a visitare la Civica Galleria d’Arte di Gallarate, meglio nota come Ma*Ga.

Ci pensavo, per la verità, da tempo; ma continuavo a rimandare: d’altra parte, convinta come sono che un luogo, un libro, un museo mi chiami a sé quando ho bisogno proprio di entrare in colloquio con lui e con nessun altro, sono certa che il mio passaggio nelle scorse ore alla Fondazione Zanella non sia stato per nulla casuale.

Uscivo da una settimana un poco pesante, di disorientamento intellettuale, nella consapevolezza che più dai, meno ti viene riconosciuto: ma non voglio angosciare il lettore, anzi, vorrei fargli capire proprio il contrario, e cioè che l’arte è come un balsamo che cura: e già il solo arrivare davanti al maestoso edificio che ospita il museo gallaratese è un sollievo dell’anima. Immaginate di trovarvi di fronte alla piazza in cui va conducendosi il mercato cittadino del sabato, fra odori, voci, colori locali; accanto, svetta il padiglione dove si celebra la cultura della medesima città; di fianco, dall’altra parte della strada, lo sguardo s’addentra nelle antiche lapidi nei grandiosi mausolei del camposanto cittadino. Ecco, questo è il contesto magnifico in cui sorge, in via Egidio De Magri, a Gallarate, nei pressi di un comodo e ampio parcheggio gratuito, in posizione comunque defilata e tranquilla rispetto al centro cittadino e al brulicar del traffico veicolare.   

Il cimitero e l’ombra della cancellata del Maga

 

Si rimane letteralmente incantati dal contesto: l’ubicazione e la denominazione odierne risalgono al 2010, ma la vicenda del Ma*Ga ha origini ben più remote, dal momento che si collegano a quella del Premio di Pittura Città di Gallarate, nato nel 1950, e alla fondazione del primo nucleo della Galleria d’Arte cittadina nell’anno 1966, costituito intorno alle opere premiate ed acquistate dal Premio stesso in tutte le sue edizioni svoltesi. Ed è proprio la storia di questo premio che compie nel 2025 il suo settantacinquesimo anno di vita ad essere in questi mesi, dal 13 aprile sino al 5 ottobre prossimo, protagonista degli spazi espositivi del Ma*Ga, accanto all’esposizione permanente della Sala degli Arazzi donazione Missoni.
Vi dico: qualcosa di sublime, entrambi i percorsi. Vietato, per conto, mio, dirsi estimatori d’arte e non averli visitati ed amati.   

La Sala degli Arazzi intitolata a Ottavio Missoni
Claudio Verna, A. 158, 1971
Bruno Munari, Struttura Continua, 1975
Renato Birolli, Leggenda di mare, 1951
Purtroppo non ricordo l’autore… mi è piaciuta moltissimo quest’opera.
Chiara Dynys, Tutto o niente, 2004

Per quanto mi riguarda ci tornerò spesso, anche perché il museo possiede una ricca biblioteca e diverse sale di lettura e di studio estremamente tranquille e uno spazio bar sia al chiuso sia all’aperto dove ristorarsi e magari prendere un aperitivo meditando d’arte con un amico o un amore… in carne d’ossa o in spirito. Sì, perché è sempre stato il mio sogno proibito, inserire idealmente i cimiteri in un ideale percorso narrativo museale: chissà mai che a Gallarate, città che mi pare particolarmente all’avanguardia sul fronte culturale, e altamente meritevole della candidatura a capitale dell’arte contemporanea, si raccolga la sfida già peraltro molto ben abbozzata nelle premesse.

I nomi di tutti i benemeriti del Premio Gallarate

Questo articolo è dedicato alla memoria di un grande amico che ci ha lasciati troppo presto: il giornalista e filosofo Lorenzo Scandroglio. Lorì, non ti dimenticheremo mai. Ave.

MUSEO MA*GA
Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Silvio Zanella”
Direttrice Emma Zanella

Via Egidio De Magri 1 21013 Gallarate (Va) Tel 0331 706011

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