San Giorgio, dal Decamerone a Biumo Superiore passando per Achille Funi e Ferrara.

Oggi, giorno di San Giorgio, è anche la Giornata Internazionale dedicata al libro e alla lettura.
Mi piace fare mie le riflessioni di Giovanni Boccaccio nella Conclusione dell’Autore del Decameron, che cita appunto il santo in un passo fondamentale della propria autodifesa poetica:

“Alla mia penna deve essere concessa la stessa libertà data al pennello di un pittore, che, senza alcun rimprovero, dipinge liberamente San Michele che ferisce il serpente con la spada e San Giorgio il dragone, ma dipinge anche Cristo maschio ed Eva femmina e lo stesso Cristo, quando volle morire sulla croce per salvare il genere umano, mentre gli venivano conficcati nei piedi uno o due chiodi”.

Luogo che mi è particolarmente caro, dal momento che associa letteratura e pittura. Fra i tanti dipinti di San Giorgio che ho raccolto nel cuore dalle mie frequenti incursioni nell’arte, ve ne sono almeno tre che amo sugli altri.

I primi due sono legati alla mia voce varesina e si trovano in San Giorgio, a Biumo Superiore. Sono stati affrescati da Pietro Antonio Magatti esattamente trecento anni or sono, nel 1725. In bianco e nero, tratto dal sito dei Beni Culturali, la Gloria di San Giorgio fra figure allegoriche, nel presbiterio; in colore, mia foto di qualche anno fa, San Giorgio uccide il drago, nella navata laterale di sinistra, accanto all’organo.

Idealmente li associo all’altra mia città adorata, dove riposo spesso il mio cuore pellegrino, Ferrara. Oggi era festa patronale, certo in tono dimesso per la recente scomparsa del Santo Padre: il Duomo è intitolato proprio a San Giorgio. Ovviamente in questa città dove l’arte spadroneggia, le raffigurazioni del Santo sono moltissime: così, per non far torto a nessun pittore dell’officina ferrarese classica, ho deciso di scegliere un dipinto di Achille Funi, che idealmente nella modernità novecentesca le si collega, e che mi ha letteralmente incantata, esposto alla monografica dei Diamanti fra ottobre 2023 e febbraio 2024. Io lo vidi la prima volta il 26 gennaio 2024, reduce da un appuntamento importante legato proprio al Decamerone: mi folgorò. Si tratta di un pastello su carta, risalente al 1936, in collezione privata.


Post scriptum. Mi piacerebbe molto, e non piacerebbe, immagino, solo a me, che San Giorgio biumensina fosse aperta sempre, non solamente in occasione della Messa domenicale. Speriamo che questo desiderio diventi presto realtà.

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