di Laura Pantaleo Lucchetti, 24 – 25 gennaio 2025

Non è facile catturare sulla pagina l’intensa emozione che regala una mostra di raro pregio e originalità come quella allestita in suolo elvetico sulla vita e la produzione di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884). Proprio per questo ne scrivo ad una settimana dal mio approdo a Rancate, in Ticino, nei luoghi dell’esposizione: e nonostante il tempo trascorso, la fascinazione non accenna a stemperarsi. Ci si arriva in mezz’oretta di macchina da Varese, città da dove sono partiti in prestito alcuni suoi lavori appartenenti alle collezioni del Castello di Masnago, museo di cui ho variamente scritto nei giorni scorsi: rimane esposta nella pinacoteca varesina una splendida veduta del lago nostrano, alla quale regalo il compito di fungere da preambolo e ponte del cuore e della narrazione.

Rancate, perla bucolica di rara bellezza e conservazione, situata ai piedi del Monte San Giorgio, un tempo comune autonomo, da quindici anni è divenuta quartiere residenziale di Mendrisio. Nella sua porzione medievale perfettamente conservata, memore dell’antica appartenenza al Seprio, si incastona, specularmente alla chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano, la pregevole sede della pinacoteca cantonale Giovanni Zust, dove Sergio Rebora e i suoi collaboratori hanno allestito una mostra che per quantità di contributi, di novità espositive e anche di ricerca biografica può dirsi la più completa su Bossoli di ogni tempo.


E’ qui, dunque, che prende avvio il viaggio ideale nei luoghi rappresentati da un pittore di notevole caratura e produttività, acuto osservatore delle città e delle loro genti d’Europa e del mondo del secolo XIX nonché testimone oculare e reporter iconografico degli avvenimenti salienti della storia di quel tempo.



Luganese di nascita, autodidatta e cosmopolita di formazione, Bossoli fu a cavallo della metà dell’Ottocento uno degli artisti più contesi dalle case regnanti europee, dai Savoia alla regina Vittoria: su loro commissione documentò fittamente seguendo gli eserciti, a suon di olii, tempere e litografie, gli episodi cruciali delle Guerre d’Indipendenza e della Guerra di Crimea (1853), affidando poi ad editori londinesi il compito di raccogliere i suoi lavori in albi riassuntivi. Della sua opera colpiscono e commuovono i dettagli, i particolari desiderosi ognuno di raccontare una propria storia legata alle vicende personali dei committenti o di personaggi di cui si sarebbe del tutto perduta la memoria se non fosse stata inserita nella minuta trama del pittore.



E’ del poeta il fin la meraviglia, scriveva il Marino, altro incallito giramondo di professione, benché spinto da ragioni diverse, ma altrettanto acuto osservatore e profeta dell’arte descrittiva e cronachistica due secoli prima di Bossoli. Di fronte a tanto fervore, tanto scrupolo di rappresentazione rimango estasiata, trasportata d’ufficio nella materia di quei dipinti, in mezzo alla moltitudine dei personaggi finemente cesellati che paiono vivere di vita propria, nel mezzo di battaglie e tramonti, piazze e processioni: poesie di paesaggi nostrani ed esotici – Bossoli viaggia instancabilmente per l’Italia e l’Europa tutta, in Medio Oriente, in Nord Africa, pur avendo fatto di Milano prima e Torino1 poi la sua residenza ufficiale – e di città catturati sulla tela come farebbe oggi il fotografo in uno scatto sapientemente studiato, o come cercherebbe di rendere il cronista a parole.





Ma Bossoli è di un altro tempo, di un altro spazio: peregrina fra popoli quieti e bellicosi sempre con le medesime armi gentili del suo mestiere, la matita per gli schizzi e la carta per supportarli, esponendosi in prima persona agli eventi sempre e comunque, per poi concretizzare in un secondo momento, dagli appunti, l’opera definitiva attraverso la tavolozza della memoria.


Il successo di Bossoli è pari alla sua maestria: eppure in nessuna città, in nessuna nazione riesce a farsi più di tanto domestico. Sin da bambino è abituato alla lontananza dalla natìa Lugano: giovanissimo, coi genitori approda ad Odessa, sul Mar Nero, nell’attuale Ucraina, dove riceve dai governatori locali avvezzi alle presenze artigiane ticinesi le prime prestigiose commissioni; tornato a Milano, si impegna a seguire gli avvenimenti delle Cinque Giornate del marzo ’48: è il suo primo ingaggio da reporter di guerra, cui ne seguiranno molti altri, fra cui moltissime committenze signorili che, quale vanto sociale, amano far ritrarre le loro magioni. Fra loro i Litta, famiglia di illustre e antica stirpe, che idealmente pongo quale punto d’approdo del mio resoconto: i ritratti dei Duchi Antonio Litta Visconti Arese, uno dei maggiori committenti del Bossoli, realizzato questa volta da Eliseo Sala, e del fratello minore Giulio, cui passò il titolo alla morte del primo nel novembre del 1866, presiedono l’ultima rassegna di vedute, legate alle ville nobiliari.



Post Scriptum. E’ anche questo mio, in fondo, un lavoro su commissione da parte di una voce cara, che due anni or sono mi ha cercata dalle remote polveri degli archivi varesini. Una voce, ça va sans dire, del tutto dimenticata, di quelle che giungono inattese, pungenti, irresistibili, sublimi.
Ricongiungere il suo Antonio a quel lago tanto amato, a quelle sponde dolci, a quella città dove aveva consumato i suoi ultimi giorni felici prima dell’improvvisa e rapida malattia – Varese – , lo ammetto, era la mia prima missione di questa visita, per Lei. Di tanto in tanto ricevo l’inattesa gioia di aggiungere un prezioso tassello ai minuzzoli di una storia che sto faticosamente raccogliendo, e questo rende giustizia alla giornalista che ho scelto di essere oggi, alla scrittrice – spero – della sua storia, domani.

- Dal 1850 Bossoli visse a Milano e dal ’53 a Torino congiungendo a sé la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo, suo allievo ed erede nella vita e nell’arte. Di Francesco Edoardo, che fu vedutista specializzato nella tematica di montagna, a Rancate sono esposti diversi lavori. ↩︎
PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZUST – RANCATE (MENDRISIO); CANTONE TICINO, SVIZZERA
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch; http://www.ti.ch/zuest; tel. +41 (0)91 816 47 91
CARLO BOSSOLI – PITTORE GIRAMONDO TRA LE CORTI REALI E IL MAGICO ORIENTE
20 OTTOBRE 2024/ 23 FEBBRAIO 2025
DA MARTEDI’ A VENERDI’ 9-12/14-17; SABATO E DOMENICA 10-12/ 14-18
CON IL SOSTEGNO DI FONDAZIONE LUCCHINI LUGANO
ingresso 10 euro/CHF 10; ridotto 8 euro/CHF 8