
Lo splendido Sant’Ambrogio a protezione degli studenti dell’Insubria, collocato all’ingresso della sede rettorale di via Ravasi 2 a Bosto, oggi Varese ma – come mi insegna il mio caro magister Renzo Talamona, esperto di studi storici locali e in particolare di Ambrogio – per parecchio tempo realtà amministrativa a sé stante. Chissà se è veramente firmato dalla tavolozza di Carlo Cocquio come ricordo, il quale potrebbe aver omaggiato in un sol colpo il Santo e il suo maestro Ambrogio Alciati.
Non so quanti oggi a Varese ricordino questo dipinto, che se ne sta un po’ nascosto dagli sguardi dei più. Lo fa un’ambrosiana nata e formatasi a Milano, varesina d’adozione, ma non per questo meno varesina d’altri, nel cuore e nelle intenzioni, benché sovente mi trovi a pensare di non esser troppo gradita in patria, forse perché non possiedo tessere di partito, non frequento circoli né salotti o perché navigo decisamente fuori dagli schemi precostituiti. Pazienza, il mondo è grande, nonostante tutto.