Varese, città (s)fiorita.

Giusto ieri scrivevo della bella iniziativa dei ragazzi di WG Art che stanno decorando le vie del centro cittadino con temi floreali.

Tutto ciò purtroppo stride con un colpo d’occhio che, impietosamente, mette a nudo la scomparsa pressoché totale della Varese fiorita di un tempo. Parlo di via Sacco, che dovrebbe al contrario omaggiare il grande medico e ricercatore varesino proprio con ciò che più amava, i suoi fiori. È risaputo infatti che nei suoi giardini milanesi selezionò diverse varietà di camelie, nonché altre specie vegetali.

I giardini Estensi non sono messi molto meglio. I tulipani, non sarà la loro stagione, ma sono spariti. Al loro posto giusto qualche sparuto fiorellino ad imitazione della lavanda e dei nontiscordardimé. Ma l’effetto non è propriamente quello di un parco ridondante di petali e corolle.

Eppure pochi mesi or sono giungeva nelle redazioni la notizia di parecchi denari impiegati per dotare le vie centrali di vasi ad uso floreale.

Non è un bel biglietto da visita per questi giorni di gare mondiali alla Schiranna.

Via Sacco inizio estate 2023

Comunque sia, sapete cosa mi piacerebbe poter realizzare, lo dico da anni, inascoltata?

Un grande evento culturale che abbia come tematica portante proprio i fiori, che erano il quid di Varese, un tempo.

Forse, per il ritorno di Luce, o sia ‘La Bambina coi fiori’ di Giacomo Balla, che dovrebbe riapprodare a Masnago entro la fine di giugno, se non vado errata, dalla Fondazione Magnani di Traversetolo (Pr) dove è attualmente esposta (ne ho scritto tanto recentemente), si potrebbe organizzare qualcosa in suo onore, per cominciare.

2 risposte a “Varese, città (s)fiorita.”

  1. Buon pomeriggio Laura,

    condivido in toto la sua riflessione. Continuando di questo passo e con un significativo cambio di rotta, converrebbe cancellare definitivamente l’appellativo di Città Giardino, ahimè anche dai nostri cuori, in quanto non basta la natura rigogliosa presente in Varese a fregiarla di questo epiteto. I giardini Estensi ne sono l’esempio eclatante, lontani anni luce a quelli di Schönbrunn ai quali vengono paragonati. E pensare che basterebbe affidarne la cura come “sponsor tecnico” a uno dei tantissimi giardinieri e vivai varesini che ne farebbero davvero un luogo incantevole!

    Le auguro una buona domenica! Emanuela

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    • La ringrazio moltissimo, gentile Emanuela, per il riscontro, che leggo solo oggi, non so perché. Concordo sulla questione sponsor. Qualcosa bisognerà assolutamente pensare, per non far morire la vocazione varesina di Città Giardino. Io tendo ad essere fiduciosa: difatti recentemente, e comunque dopo l’uscita di questo articolo, in una conferenza stampa si è tornati sulla questione fioriere in centro città. A questo punto auspico che il brainstorming intellettuale cui partecipiamo entrambe con passione porti ancora frutti sull’argomento. Un caro saluto e a presto.

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